Enzimi

Qui il video sugli Enzimi

Gli enzimi sono sostanze contenute in alcuni detersivi, rendendoli più efficienti anche a basse temperature.
Se li contengono troverete in etichetta/nella composizione chimica i seguenti nomi: amilase, protease, cellulase, lipase, mannanase, ecc.
Amilase: disgrega le macchie contenenti amido tipo pasta, patate, alimenti per bambini
Protease: è un enzima che disgrega le macchie proteiche tipo uovo e sangue
Cellulase: agisce sul tessuto e ravviva i colori ma degrada le fibre naturali (tipo cotone, bambù). Contribuisce ridurre la rideposizione dello sporco (tipo fuliggine, argilla e ruggine) sui tessuti di cotone.
Lipase: degradano le macchie contenenti grasso (burro, olio, sebo umano e altro).
Mannanase: aiuta a rimuovere le macchie difficili come condimenti, maionese, crema, dentifricio, frutta varia, marmellata, succo di frutta.

Senza enzimi il detersivo lava di meno.
A seguito dei test effettuati in laboratorio, è emerso che un detersivo SENZA enzimi ottiene le stesse performance di lavaggio dello stesso identico detersivo CON enzimi, ma solo se dosato il 40% in più!
A 30°C gli enzimi funzionano alla grande ma si disattivano oltre i 40°C e con gli ossidanti e non funzionano più.
Quindi, se dovete lavare ad alte temperature o dovete aggiungere al bucato la candeggina delicata o il percarbonato, è meglio impostare la lavatrice a 30°C, fino a quando ha caricato tutta l’acqua e iniziato i giri e poi spegnerla per una ventina di minuti. In questo modo gli enzimi hanno tutto il tempo di fare il loro lavoro. In seguito, se serve, si può aggiungere l’igienizzante e cambiare la temperatura di lavaggio, impostandola secondo le esigenze (anche usando meno detersivo di quanto indicato!).
Sono “potenzialmente allergizzanti” solo per il fabbricante che li manipola (e dovrebbe farlo adottando gli opportuni sistemi di protezione) ma non per il consumatore finale perché di enzimi dopo il lavaggio non ce ne sono più (e di certo con acido citrico ultimo lavaggio si disintegrano).
Gli enzimi NON SI POSSONO CREARE in casa con miscugli di zucchero, bucce di frutta e acqua. Sono prodotti con biotecnologie avanzate, dopo anni di studi, ricerche ed investimenti.
Fabrizio Zago ci ha insegnato che i pallini grigio-beige nei detersivi in polvere sono appunto gli enzimi incapsulati.
Se avete una MACCHIA OSTICA che non va via con nulla potreste armarvi di santa pazienza e prenderli, uno per uno. Poi li dovete rompere con un cucchiaio e farci una pappetta assieme ad un po’ di acqua. Si mette questa pappetta sulla macchia e si lascia agire per mezz’ora, bagnandola se si asciuga troppo. Poi si aggiunge sulla macchia un’altra pappetta, fatta con il percarbonato (se la maglia è bianca), oppure ci si spruzza la candeggina delicata. Si lascia agire un pochino e si procede con il lavaggio solito. Mi raccomando non mettete insieme pappetta di enzimi e ossidante (percarbonato o candeggina gentile) altrimenti distruggete gli enzimi e non funzioneranno più.
Se il capo non si smacchia nemmeno così vi dovete arrendere…siamo chimici mica maghi!

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5 commenti su “Enzimi

  1. Ciao… Io però con la mia lavatrice non posso aggiungere per esempio il percarbonato a lavaggio iniziato perché poi non me lo “tira più dentro”….. Come posso fare? Lo uso per le lenzuola e biancheria intima…. asciugamani….

    1. allora devi metterlo assieme al detersivo. Considera che il percarbonato sprigiona l’ossigeno attivo solo ad alte temperature…si spera che gli enzimi abbiano già aito. Il problema è con la delicata che invece è attiva già a freddo.
      ciao sara

  2. Ciao Sara,
    stavo leggendo con molto interesse il tuo articolo sui detersivi contenenti enzimi. Nel mio caso ne sto usando uno con Protease ed Amylase e mi trovo molto bene.
    Leggendo il tuo articolo, mi è venuto un dubbio per quanto concerne riguarda l’ammollo di 20 minuti una volta caricata l’acqua nel cestello.
    Premesso che, asciugamani, lenzuola e bianchi a parte, lavo quasi sempre a 30°, oltre che per un risparmio energetico ma anche per attenermi alle etichette all’interno dei capi di cotone (che prevalentemente scrivono 30°), mi chiedevo se questo ammollo sia davvero necessario non superando mai i 30°.
    Pensavo quindi che durando un lavaggio mediamente 1 ora, esclusa quindi la fase di carico acqua nel cestello/distribuzione miscela acqua e detersivo sui panni ed esclusi i vari cicli di risciacquo, potrei lasciare andare la lavatrice senza pausa e/o ammolli per la prima mezz’oretta, a quel punto metterla in pausa un attimo, aprire l’oblò ed aggiungere la candeggina delicata di tua invenzione o il percarbonato di sodio addizionato a TAED sempre con pallina e farla andare per la successiva mezz’ora di lavaggio.
    In parole povere, da quanto ho capito l’ammollo di venti minuti serve se uno vuole spingersi oltre i 40° di lavaggio e lavando io a 30°, cioè non superando la soglia di temperatura oltre la quale gli enzimi si disattivano, l’ammollo di 20 minuti dovrebbe essere un passaggio che posso evitare.
    E’ giusto come ragionamento oppure sono io che sto facendo una gran confusione?
    Grazie Sara e buon lavoro.
    Ciao

    1. ciao Francesco,
      si potrebbe fare come dici perchè l’importante è appunto che l’ossidante non entri in contatto con gli enzimi.
      Però facendo come dici tu, ti perdi appunto mezzora di lavaggio in presenza dell’ossidante. Ora, non conosco la tua lavatrice e magari ho capito male i vari passaggi, inolte non conosco il tuo bucato (magari neanche ti serve l’igienizzazione)
      La pausa (dopo raccolta di acqua e inizio dei giri) serve per far lavorare gli enzimi da soli. Ma poi, con l’aggiunta di ossidante, il lavaggio appunto continua in presenza di tensioattivo e dell’elemento igienizzante, per tutta la durata del lavaggio.
      Quindi forse è importante non perdere la prima mezzoretta e fare la pausa. Soprattutto se il lavaggio dura così poco.
      Questa è la mia idea ma magari la tua lavatrice è più performante e va bene come fai, mi dispiace non so aiutarti in modo più preciso!
      Magari il tuo ragionamento è più valido!
      Ciao Sara

      1. Ciao Sara e GRAZIE della risposta, credo tu abbia ragione! Ho erroneamente calcolato che non superando la soglia dei 30/40° durante tutto il ciclo di lavaggio (temperature ideali per gli enzimi ed oltre le quali poi si disattivano), l’ammollo di 20 minuti potesse diventare superfluo.
        Però è giustissima la tua osservazione perché facendo come dico io, perdo poi mezz’ora di lavaggio in presenza di ossidante il quale, mi sembra di capire, necessita di un tempo di lavoro più lungo. Nel dubbio d’ora in poi farò comunque la pausa di 20 minuti, sicuramente male non fa.
        Tra l’altro, visto che uso anche un detersivo in polvere che contiene già enzimi + ossidante, detersivo in polvere “blasonato” e costoso che NON mi ha mai convinto al 100% e che una volta finito abbandonerò definitivamente, estenderò la tecnica dei 20 minuti di ammollo anche alla polvere.
        Nella tua risposta hai ipotizzato che “magari neanche mi serve l’igienizzazione”.
        Onestamente non lo so, ma credo sia una prassi che vada utilizzata a prescindere proprio perché andando in giro tutto il giorno con vestiti che entrano in contatto con ogni genere di ambiente e schifezze, mi sento così più tranquillo.
        Grazie ancora dell’aiuto, del tuo tempo e dei chiarimenti.
        Ciao, Francesco

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